Al buio, siamo usciti di casa. In cinque persone, la mia famiglia.
Prima il cane, poi io e i miei fratelli, mia madre ed infine mio padre che si è assicurato che tutti gli altri uscissero all’aperto.
Al sicuro, sotto il cielo nero, tutto nero.
Sono Caterina, e fino ai primi freddi del 1976 non riuscivo più a stare sotto un tetto: quando veniva il buio della sera restavo in roulotte a dormire.
(Caterina)
Il ricordo è ancora vivo nonostante trascorsi oltre 40 anni, ti rimane intriso nell’intimo e, nonostante fossi solo un ragazzino 14 enne, ricordo le immagini dei muri dai quali cadevano i calcinacci, sento ancora il rumore cupo e assordante dell’orcolat, e mi sento sbatacchiato fra le pareti strette del corridoio, mentre la voce squillante di mia madre gridava “SCENDI! SCENDI!”.
L’incoscienza dei 14 anni non mi ha inferto la paura sul momento, ma nei mesi successivi, quando abbiamo vissuto in tenda assieme ai vicini, sentivo la paura che tornasse il terremoto prima di addormentarmi.
E’ qualcosa che ti rimane dentro.
In quel periodo poi ho anche descritto quei giorni su un diario che conservo ancora e, se dovesse servirvi, sarò lieto di farvi leggere le impressione di quel giovane 14 enne.
(Stefano)
Sono nata nel 1958. Abitavo a Feletto Umberto (UD) nel 1976. Ho vissuto l’esperienza del terremoto e ricordo che mentre scendevo le scale esterne, non capendo cosa stesse succedendo, vedevo gli scalini che si staccavano e riavvicinavano. Pazzesco, incredibile. Ho ancora paura della scossa.
(Manuela)
Mio papà mi ha raccontato vari aneddoti. Quello che mi ha sempre fatto sorridere è che lui, che era in terza superiore al Marinelli, era lì lì per essere bocciato ma poi a causa del terremoto tutti sono stati promossi.
(Mario)
∞Io abito a Udine, quella sera eravamo a tavola e mio papà alla prima scossa ci ha detto “Il terremoto!”. Un attimo dopo è arrivata la scossa devastante lasciandoci allibiti e increduli e lui gridava “FUORI! FUORI!”. Siamo usciti al buio terrorizzati. Ho sempre pensato alle persone che si trovavano vicino all’epicentro, penso che sia una sensazione che non potranno mai dimenticare.
La mattina successiva siamo andati a Gemona per cercare di dare una mano, situazione che si è perpetuata a lungo.
Io tuttora se sento dei rumori anomali penso con terrore al terremoto.
(Anna)